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[FILM] Burn after reading - a prova di spia
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Serpico
"Cristo, che cazzo di casino"

:asd:

direi che questa citazione dal film vale più di mille parole :D

Clooney e Pitt bravissimi, soprattutto a prendersi in giro, così come Malkovich, ma devo dire, mio personalissimo parere, su tutti spicca Frances McDormand (lo sceriffo di "Fargo" :lode: ): raramente capita di vedere un attore/attrice che recita in maniera così spontanea, naturale, davvero enorme.

E cmq che bell'immaginetta che danno i Coen dell'"Intelligency" americana.... :asd:

Che cazzo di casino... :asd:

Deckard
Non vedo l'ora di vederlo, anche se non so se riuscirò a godermelo al cinema.
Tra l'altro figurarsi se la distribuzione italiana non doveva appiccicargli un sottotitolo (o come diavolo si chiama) ridicolo...
Comunque se è bello la metà di "Non è un paese per vecchi" vale davvero la pena di andare a vederlo...

Certo che se i Cohen son riusciti nell'impresa di far sembrare Brad Pitt un attore sono proprio dei geni :asd:

Serpico
brad pitt è un grande!

Deckard
Visto ieri sera e devo dire che questa frase:
"Cristo, che cazzo di casino"

può riassumere tutto il significato del film.

I Coen ancora una volta ci mostrano la loro visione del mondo, un mondo dominato dalla stupidità umano e dal caso/caos, dove non esiste un principio regolatore delle cose e quindi non c'è posto per una morale di qualsivoglia genere.
Questo film mi ha ricordato Fargo, forse per la stupidità degli uomini/marionette (essì, difficile dire che i personaggi di questo mondo si autodeterminino influenzati come sono dal caso), ma anche una tra le loro "commedie" più scanzonate, Intolerable Cruelty (tradotto in italiano nel bruttissimo "Prima ti sposo, poi ti rovino"), per l'umorismo leggermente più tradizionale rispetto ai capitoli maggiori della loro filmografia.
Ben riuscita anche la satira sociale incentrata su un tema "microscopico", l'amoralità della società statunitense che resta comunque perbenista di facciata, la degenerazione dei rapporti sociali nella società contemporanea, l'importanza dell'apparenza rispetto ai contenuti, ed uno macro, la stupidità dell'intelligence americana e della guerra fredda.

Sta di fatto che a meno di un anno da quel capolavoro che è "Non è un paese per vecchi", i Coen danno ancora una volta sfoggio a tutta la loro creatività donandoci un gran bel film, a metà strada tra il giallo e la commedia nera, che anche se non sarà ricordato come uno dei loro film maggiori vale veramente la pena di vedere.

Ah, grande la prova di tutti gli attori, ridicolizzati dalla lente dei Coen... e Brad Pitt devo dire che si è dimostrato veramente simpatico, sopra ogni mia aspettativa.

Serpico
bella la tua recensione, condivido.

non capisco però perchè molti hanno pregiudizi su brad pitt.
a me è bastato vederlo in fight club e the snatch per capire che è un grandissimo. poi la sua migliore interpretazione è in seven per me: la scena finale, quando ha la pistola puntata su kevin spacey ed è indeciso se sparargli o no è enorme!

Deckard
Bah, in Fight Club secondo me è stato oscurato dal grandissimo Edward Norton, in Seven mi è piaciuto ma anche lì, Spacey mi è sembrato di un gradino superiore (anche se non è che sia proprio un suo fan).
Il fatto è che forse ha sempre recitato (a parte alcuni casi) in film di merda e blockbuster e quindi non lo posso associare a grandi interpretazioni. Di certo è un attore, bravo o meno che sia, non è un pesce lesso alla Matt Damon...
Comunque quello che mi ha fatto schiattare di più dalle risate è stato il ninfomane Clooney :asd:

Poi ripensando al film mi è venuta in mente un'altra analogia con un altro film dei fratelli: L'uomo che non c'era. In quest'ultimo il fato/caso sembrava opporsi ad ogni tentativo dei protagonisti di autodeterminarsi, di crearsi un destino da sé. Ed anche qui, tutto questo casino inizia proprio dal tentativo dei due che lavorano in palestra di migliorare la propria condizione economica o addirittura di cambiare il proprio corpo, la propria condizione estetica.
Tuttavia alla fine la tipa riesce ad ottenere queste tanto agognate "migliorie estetiche" e quello che mi è sembrato che i Coen volessero dirci è: non ci si può opporre al proprio "entropico" destino che è determinato dal caso, solo una cosa è più forte del caso/caos ed è la stupidità umana; forse inconsciamente parodizzando Einstein quando sosteneva che le uniche due cose infinite sono l'universo e la stupidità umana.
Naturalmente questa è una mia visione personale, che non coinciderà con quella dei Coen, ma d'altronde compito dei critici è andare al di là del significato che un artista vuole attribuire alla sua opera :)

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