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c3ru |
"W LA RICERCA
di Riccardo Iacona
Immaginate una fabbrica i cui operai siano tutti o quasi tutti precari, non abbiano alcuna garanzia che i contratti vengano rinnovati, non abbiano alcun diritto ?sindacale? e siano sottoposti al volere del direttore della fabbrica. Immaginate ancora che i finanziamenti che tengono in vita la fabbrica siano insufficienti e incerti. Immaginate infine che i migliori operai della fabbrica, quelli piu? specializzati, quelli che sono capaci a fare il loro lavoro, quelli che hanno il know how e lo possono esportare comincino ad andarsene, a lasciare la fabbrica per andare a lavorare dalla concorrenza, dove i contratti sono certi, il lavoro e? ben pagato e il merito, la bravura vengono incentivati e sono una moneta spendibile.
Ebbene la situazione dei ricercatori italiani e? come quella di questi operai: manopodera di altissima specializzazione a bassissimo costo, veri e propri schiavi della ricerca senza diritti e senza prospettive certe.
W LA RICERCA di Riccardo Iacona racconta la fabbrica della ricerca inseguendo decine di storie di ricercatori ?di ogni posizione, dai dottorandi ai ricercatori, da quelli rimasti in Italia a quelli scappati all?estero.
Riccardo Iacona racconta la farsa dei concorsi pubblici, solo teoricamente aperti a tutti, ma, in realta?, come si dice nel gergo, ?blindati?, cioe? gia? preassegnati ai candidati forti di ogni dipartimento.
Un sistema che di fatto impedisce la liberta? di movimento dei ricercatori da un? Universita? all?altra e costituisce una barriera insormontabile per quelli bravi, da qualsiasi parte del mondo arrivino.
Altro che ritorno dei cervelli!
W LA RICERCA racconta l?esodo dei migliori ricercatori italiani, una vera e propria emorragia del meglio del nostro paese che va ad arricchire l?Europa e gli Stati Uniti, la faccia piu? inquietante del declino industriale del nostro paese: le fabbriche chiudono di fronte alla concorrenza dei paesi emergenti e noi cosa facciamo? I migliori, quelli che potrebbero aiutarci a produrre il valore aggiunto con cui uscire dalla crisi, li regaliamo agli altri!
Riccardo Iacona ci racconta le storie di Lucio Luzzatto e Ignazio Marino due grandi scienziati, due italiani che hanno fatto grande il nome dell?Italia all?estero: sia Marino che Luzzatto hanno provato a tornare in Italia per riportare nel nostre Paese la loro eccellenza, il loro sapere, la loro passione per la ricerca. W LA RICERCA ci racconta come sono stati trattati e che fine hanno fatto. Come mai quelli che in altri paesi sono dei guru della ricerca, quando vengono da noi entrano subito in conflitto con il sistema italiano?
E quanto e? importante essere veramente liberi per fare ricerca?
W LA RICERCA ci restituisce l?immagine di un paese che non ha bisogno dei suoi ricercatori ? un paese che sta svendendo il proprio futuro."
splendido documentario di Iacona, non è assolutamente di parte, mette solo in luce la situazione attuale della ricerca italiana.
è stato trasmesso su rai tre tempo fa, ma se non lo dite a nessuno si trova su emule (non scaricatelo perchè è illegale :nono: ) |
Ste Ramone |
very interessante |
Bulma |
Io l'avevo guardato quando era stato trasmesso da raitre... veramente interessante.
E purtroppo mostra cose che, per chiunque desideri fare ricerca nella sua vita (ma anche per gli altri, che magari di quella ricerca un giorno potrebbero usufruire), risultano davvero desolanti... |
webnoise |
poveri ricercatori |
AlphaGamma |
poveri ricercatori.
Ma almeno sono laureati... e sono manodopera ad alta qualifica che può trovare più facilmente lavoro rispetto a quella maggioranza che la laurea non ce l'ha... |
DeepBlue |
Originally posted by AlphaGamma
e sono manodopera ad alta qualifica che può trovare più facilmente lavoro rispetto a quella maggioranza che la laurea non ce l'ha...
sei ironico, vero? |
0m4r |
Originally posted by AlphaGamma
poveri ricercatori.
Ma almeno sono laureati... e sono manodopera ad alta qualifica che può trovare più facilmente lavoro rispetto a quella maggioranza che la laurea non ce l'ha...
questo non significa che debbano lavorare in condizioni del cazzo... o sbaglio? |
AlphaGamma |
Dipende da cosa intendi per condizioni del cazzo.
Mi spiace per i ricercatori precari, ma certo non li posso confrontare con chi lavora in cantiere 8-10 ore, estate ed inverno.
Purtroppo si fa un gran baccano per i ricercatori, ma tra tutti i precari sono la categoria decisamente più fortunata, perchè appunto possiede titoli e spesso mezzi di cui altri (la quasi totalità degli altri precari) non dispongono.
Quindi trovo l'analogia con gli operai del tutto fuori luogo. |
Terrytop |
Originally posted by c3ru
Immaginate una fabbrica i cui operai siano tutti o quasi tutti precari, non abbiano alcuna garanzia che i contratti vengano rinnovati, non abbiano alcun diritto ?sindacale? e siano sottoposti al volere del direttore della fabbrica. Immaginate ancora che i finanziamenti che tengono in vita la fabbrica siano insufficienti e incerti. Immaginate infine che i migliori operai della fabbrica, quelli piu? specializzati, quelli che sono capaci a fare il loro lavoro, quelli che hanno il know how e lo possono esportare comincino ad andarsene, a lasciare la fabbrica per andare a lavorare dalla concorrenza, dove i contratti sono certi, il lavoro e? ben pagato e il merito, la bravura vengono incentivati e sono una moneta spendibile.
uh che strano, chissa' perche' pensavo si parlasse in genere dell'economia italiana ... :asd: |
c3ru |
Originally posted by Terrytop
uh che strano, chissa' perche' pensavo si parlasse in genere dell'economia italiana ... :asd:
beh allora guarda il documentario W il Mercato sempre di Iacona :asd: |
Hamelin |
Originally posted by AlphaGamma
Quindi trovo l'analogia con gli operai del tutto fuori luogo. Se i ricercatori fossero pagati meglio, l'economia italiana ne risentirebbe in meglio... e quindi anche gli operai... |
DiMar |
Segnalo che il video è disponibile anche in streaming sul sito di Raiclick!
Enjoy! ;) |
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