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trax |
questa è una vera chicca.
Battle Royale. Il manga
Ed. Play Press Publishing, € 4.00
Nel futuro prossimo una classe di studenti delle supriori viene scelta a caso per partecipare al Battle Royalle.Le regole:solo uno studente può sopravvivere dopo 3 giorni in un isola deserta o altrimenti tutti verranno uccisi.A ciascuno viene data un arma , o quasi...alla fine saranno costretti ...oppure saranno felici di uccidersi a vicenda...
PS piccola nota ...esiste anche la versione live con Takeshi Kitano che interpreta il prof della classe...stupendo
PPS c'è anche chi lo ha preso molto sul serio......http://www.repubblica.it/2004/e/sez...iapliceali.html |
trax |
di battitura vari.... scusate...il mojito si fa sentire ;) |
yoruno |
Riesci a dare un giudizio sullo spessore della storia? :)
Per il disegno, anche se non sono molto grossi... ;)
 
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yoruno |
Ho finito di leggere i primi 8 numeri ieri sera, e devo dire che come trama è esattamente quella indicata, con una certa analisi psicologica dell'angoscia dei personaggi nel dover affrontare, magari per sopravvivere, il compagno di classe.
Se da un certo punto di vista questo può essere considerato un assurdo, dall'altro l'autore giustifica abbastanza chiaramente il tutto con il sadismo e l'orrore innato di una dittatura politica totalitaria.
Il manga è piuttosto esplicito e violento (ma nulla al confronto di Kakugo, ad esempio :) ) e da un certo punto di vista grottesco, ma molto coinvolgente proprio per via di questa ambientazione.
Unica pecca del manga è forse la caratterizzazione dei personaggi, che varia durante i numeri da molto precisa a - a volte - grossolana, ma la precisione del disegno di sfondo rimedia immediatamente e rende l'insieme piacevole. :) |
yoruno |
... a cura di una "collaboratrice" del mio sito ...
Autore: Takami, M. Taguchi
Titolo originale: Battle Royale (Batoru Rowayaru)
Disegno: 8
Storia: 7.5
Voto complessivo: 8
Ci troviamo nella Repubblica della Grande Asia, una sorta di Giappone futuristico, ove comanda una figura chiamata "l'egemone" e dove si è sviluppato un vero e proprio astio nei confronti dell'Occidente (USA in particolare), tanto che perfino la musica rock è bandita dal Paese. In questo contesto sociale, il governo ha pensato di istituire un "gioco" chiamato "Battle Royale ACT", che vede come partecipanti dei ragazzi di terza media di una scuola, scelta a caso tra quelle della nazione. Fin qui nulla di particolarmente sconvolgente, se non fosse che il gioco in questione prevede che i suoi giocatori si uccidano a vicenda, finchè non ne rimarrà solamente uno, libero poi di tornare a casa come vincitore.
Questa volta i concorrenti che prendono parte al "programma" fanno parte della 3^B della scuola media Shiroiwa e tra questi vi è, ovviamente, il protagonista, Shuya Nanahara. Ingannati con la scusa di una gita scolastica, i 42 studenti vengono portati successivamente su un'isola deserta, dove gli viene impartito l'ordine, da un tale Yonemi Kamon (un vero porco-bastardo!), di ammazzarsi. Se i ragazzi cercheranno di ribellarsi a questa imposizione, se cercheranno di scappare dall'isola o se, addirittura, nessuno di loro ucciderà i compagni entro 24 ore, i collari che gli sono stati messi al collo, esploderanno. Così, in questa situazione ai limiti della disperazione, Shuya vede morire sotto i suoi occhi, dapprima il suo amico più caro, Yoshitoki, poi alcuni suoi compagni di classe a cui era molto legato.
Ognuno degli studenti reagirà a modo suo alla circostanza: alcuni rinunceranno subito al gioco e si suicideranno; altri decideranno di prendervi parte, scoprendosi killer spietati e sanguinari; altri ancora utilizzeranno l'astuzia per cercare di uscire indenni dal BRA e, infine, altri (tra cui Shuya) cercheranno alleati per poter scampare alla crudeltà del programma e tornare a casa sani e salvi.
Battle Royale non vanta una trama "originale", nel senso che affonda le sue radici nel romanzo omonimo da cui è tratto, e da cui è stato elaborato poi il film nel 2000, dal regista-scandalo Fukasaku. Disegnato dall'abile mano di Masayuki Taguchi, il manga si presenta con uno stile di disegno molto realistico, tipico di uno shonen e quasi occidentalizzato. Non c'è che dire, aderisce perfettamente al tipo di storia che viene narrata e fa un gran effetto. Purtroppo molti dei ragazzi, che dovrebbero essere di terza media, vengono caratterizzati in modo piuttosto surreale, poichè non danno affatto l'impressione di essere dei quattordici/quindicenni (vedi Kawada o Mitsuko), ma si può anche chiudere un occhio...
Tutto è puntato sul forte impatto psicologico di fronte a cui si trova il lettore dopo i primi dieci minuti di lettura.. Difatti, la drammaticità di alcune scene e di alcune uccisioni viene accentuata in particolar modo dai flash back onnipresenti dei personaggi, che ricordano in modo sorprendentemente vivo quelli che erano i loro rapporti con gli altri compagni prima della partecipazione al BRA.
C'è chi dice che Battle Royale sia solo un pretesto fumettistico per spargere un po' di sangue in giro... beh, anche se la parte cruenta è messa molto bene in vista, non è l'unico elemento che tiene in piedi il tutto. Avendo visto sia il film che letto (più che altro sto leggendo, perchè in Italia non è ancora finito) il fumetto, direi che questa non è nient'altro che una falsa illazione. Sia il film che il libro avevano alcune pecche, per stessa ammissione di Takami (l'autore del romanzo): l'uno perchè, ovviamente, in quasi due ore non poteva concentrare tutto quanto (come di solito accade quando un film viene realizzato a partire da un romanzo), nè approfondire più di tanto i vari retroscena dei ragazzi; l'altro perchè non è potuto scendere troppo nei dettagli, anche per il limite di non poter esprimere visivamente le situazioni narrate. L'intento del manga è quello di rappresentare dal punto di vista "figurativo" quello che viene narrato nell'opera di Takami, prendendosi qualche libertà in talune parti, per poi riallacciarsi, fedele, in altre.
L'accusa di essere solo uno "splatter" cade, inoltre, anche per un altro motivo, tutt'altro che futile. Quella che viene contestata è la presenza, ormai ovunque, dei cosiddetti "reality show", tipo il Grande Fratello. Il fatto che i protagonisti vengano gettati tutti su un'isola per partecipare a un gioco e che siano monitorati costantemente fino a quando non ci sarà un solo vincitore, non è un caso, anzi, vuole volutamente richiamare il solito schema del reality show. Per far capire quanto questi tipi di programmi siano inutili, leggeri e spesso di cattivo esempio, Takami, Fukasaku e Taguchi hanno imbastito questa trama surreale, volutamente esasperata, che ognuno di loro ci serve in modo diverso. |
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