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.dsy:it. ~ luckyz's journal ~ Lucky |
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In casa mia c’è la magia dell’ignoto negli armadi.
Trovo eccezionale il fatto che le librerie di casa strabordino di libri che nessuno ha mai letto e dalle quali io possa pescare a piene mani, senza farmi paranoie sul fatto che il libro mi possa piacere o meno, senza la necessità di prendere la decisione di “comprare” o “non comprare” che mi assale puntualmente quando sono in un negozio di libri.
Una settimana fa ho aperto la libreria in ingresso e mi è saltata all’occhio la copertina viola di un libro, si intitolava Lucky ed era di una scrittrice che non avevo mai sentito, una americana di nome Alice Sebold, decisi di provare a leggerlo.
Ecco l’incipit:
“Nella galleria in cui fui violentata, ex ingresso sotterraneo di un anfiteatro da cui gli attori irrompevano sulla scena passando sotto le gradinate del pubblico, una ragazza era stata uccisa e smembrata. Me lo disse la polizia. Al confronto, dissero, io ero stata fortunata.”
Il tema della violenza sessuale è difficile, soprattutto per un uomo come me che ha sempre messo su un piedistallo immaginario le donne in quanto tali, leggere di violenze mi ha sempre fatto sentire male in quanto uomo, in quanto facente parte della “categoria”.
Ma se questo non bastasse, bisogna sottolineare che la Sebold parla della sua storia personale, scrive un autobiografia e non inventa nulla, la sua descrizione è forte persino per un maschio, mi sono trovato catapultato in un mondo difficile, ho vissuto sulle pagine scritte con grande capacità le mie angosce di questo periodo trasformate e fuse con quelle di una vittima di una violenza carnale.
Leggendo il libro si approda nella psiche di una persona che ha perso la speranza, che ha perso la propria vita.
So che molti uomini hanno dubbi riguardo gli effettivi danni psicologici per una donna che subisce violenza carnale, ma la Sebold li smonta sapientemente pezzo per pezzo e li spazza via.
Ti lascia a condividere le sue sofferenze.
Mi sono trovato, forse anche per la situazione personale che sto attraversando, a leggere le pagine con grande piacere letterario, in quanto scritte sapientemente, ma grande sofferenza interiore. Mi sembrava di subire io ogni tormento che stava soffrendo la protagonista ed autrice del libro. Ho letto il libro in una settimana ma non è stato un modo per distrarmi dalle mie ansie, ma anzi ha accentuato le mie paure personali, è stato un libro che mi ha rovesciato addosso altri pensieri oltre ai miei.
Lucky significa fortunato/a, io ho scelto questa parola come nick tanti anni fa, perché volevo urlare al mondo che io, come molti altri, sono fortunato ad avere quello che ho.
La scrittrice l’ha scelto perché è giunta a comprendere quanto sopravvivere sia importante, durante la lotta con il suo stupratore ha compreso che l’uomo, per la sopravvivenza si possa piegare a fare cose immonde ed ha ringraziato di essere ancora al mondo per raccontarcelo.
Il libro mi ha parlato di violenza, ma soprattutto mi ha accresciuto le preoccupazioni e la sensibilità ai “patemi” come li chiama nel libro l’autrice.
Lo consiglio a tutti perché è un bel libro, forse per me non era il periodo giusto per leggerlo, mi sono lasciato prendere davvero troppo.
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