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Commento di ghily |
12-12-2007 10:00 |
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Taviani ha detto in una commissione di inchiesta:
La mia intenzione è partire dalla strage di piazza Fontana, che è stata definita giustamente la madre di tutte le stragi, perché fu il primo di quegli episodi nefandi di cui sono stati partecipi anche uomini o settori deviati dello Stato. Credo quindi sia opportuno cominciare la mia audizione proprio da quell'attentato. Allora ero al Governo come ministro per la Cassa per il Mezzogiorno; avevo lasciato da due anni il Ministero dell'interno. La domenica 21 dicembre 1969 ricevetti a casa il capo della polizia, prefetto Vicari che aveva ottimamente collaborato con me per sette anni, dal 1962 al 1968, da tutti e da me stimato ed apprezzato. Il prefetto Vicari mi disse che pur non essendone ancora sicuro, la pista anarchica o comunque di sinistra era a quel momento la più valida circa l'origine della strage. Non avevo ragioni per contestarlo, salvo le voci che circolavano sulla stampa. Trascorsero quattro anni; durante la crisi del giugno 1973 fui colpito dal tifo, mi trovavo appena in convalescenza quando ricevetti l'invito da Mariano Rumor di tornare ad assumere il Ministero dell'interno che avevo lasciato cinque anni prima. Accolsi l'invito. Fin dai primi giorni mi resi conto che c'era stato un certo degrado durante la gestione Restivo, personaggio onesto, intelligente e corretto, ma non altrettanto pronto e rapido nell'azione. Il prefetto Vicari non era più a capo della polizia, era andato in pensione e lo sostituiva il prefetto Zanda Loy, che io avevo avuto modo di apprezzare quando era stato da me nominato prefetto di Nuoro, una delle provincie più difficili in quel tempo, e poi di Genova. Io ricordavo la grande stima che Vicari aveva per il vice questore, poi questore, Emilio Santillo; era adesso un collaboratore diretto di Zanda Loy. Ebbi occasione di incontrarlo nei primi giorni di agosto del 1973; io avevo ovviamente seguito sulla stampa le vicende giudiziarie sulla strage di piazza Fontana. Al Santillo chiesi a bruciapelo se, secondo lui, il prefetto Vicari era andato in pensione credendo ancora che fossero stati gli anarchici a porre la bomba a piazza Fontana; Santillo mi rispose secco: "Non credo". Lo convocai nel mio ufficio il giorno successivo, salvo errori era il venerdì 3 agosto; Santillo mi disse di essersi convinto che la matrice della bomba di Milano sarebbe stata un gruppo di estrema destra, emarginato dal Movimento sociale e proveniente dal Veneto. Questo gruppo sarebbe stato protetto da uomini del Sid. Aggiunse che tali notizie erano già note alla magistratura: qualcosa del resto era già filtrato sui giornali. Il giorno successivo convocai il capo della polizia Zanda Loy e gli chiesi se confermava il giudizio di Santillo e se concordava con lui che eventuali operazioni di depistaggio fossero state compiute da uomini del Sid: Zanda Loy tenne a precisare che nei giorni della strage e nelle settimane successive era ancora capo della polizia il prefetto Vicari. Aggiunse che tutto era in mano alla magistratura che sembrava già molto avanti nelle sue indagini. |
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