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Pasqua 1621
La processione del venerdì Santo a Palermo era cupa come sempre.
Le donne erano vestite di nero, gli uomini incappucciati, il solenne
Cristo morto portato a spalla dalle confraternite.
Alla settima stazione della via Crucis un uomo grasso
addentò un salame proprio sotto la gigantesca croce d'argento.
L’arcivescovo, furioso, mandò le guardie a punire il sacrilegio. Ma il
ciccione fuggì, e come gli inseguitori lo raggiunsero tirò fuori dalla
finta pancia salsicce e prosciutti. Il lamento funebre della banda fu
interrotto dal precipitare dei cotechini e delle ventricine, perchè i
complici del grassone travestito avevano fatto piovere dai balconi
centinaia di salumi. Oramai tutti mangiavano, e non si curavano più
del volto duro del Cristo morto, coperto di prosciutto e abbandonato
tra le mortadelle.
Anche tra il clero solo l'arcivescovo non mangiava: guardava il
crocefisso, e pensava"Com'è possibile che siamo davvero fatti a tua
immagine e somiglianza, Signore?". Alla fine, nascondendosi dietro
la tiara, addentò un salamino anche lui.
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Commento di Wildt |
21-08-2006 23:26 |
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Uhmmm... stavolta la short story é scritta in maniera un po' farraginosa...
La riflessione del vescovo però è bella e potente. |
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Commento di fdecollibus |
21-08-2006 23:26 |
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hai ragione, l'ho snellita un poco..... speriamo sia migliorata :) |
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