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Battle mech Anubi
27-12-2005 10:37
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BATTLE MECH ANUBI

Di Francesco M. De Collibus
fdecollibus@yahoo.it



Quando il nostro veicolo arrivò sulla scena del crimine, per molti isolati non c’era più posteggio.
<< Diavolo. Qui è già pieno di nostre pattuglie. Non poteva occuparsene qualcun altro? L’ispettore Jenkins, ad esempio?>>
<< Il prefetto ha richiesto espressamente la sua presenza, Commissario. Vuole vederci chiaro. Lei ha molta esperienza di casi come questo. >>
<< Ne ho fin troppa di esperienza. Infatti tra due mesi me ne vado finalmente in pensione, e non mi becco più queste scocciature.>>.

Come entrammo nell’appartamento, la folla di divise blu si diradò con un bel sospiro di sollievo. Nessuno ci aveva capito niente, e tutti erano ansiosi di mollarmi la patata bollente. Eppure doveva essere un banale suicidio. Doveva. Ma lui era un pezzo grosso, uno dei migliori piloti di mech della nostra marina militare. Pluridecorato, nonchè collaudatore di nuovi mech.

Il Colonnello Weiss era sopravvissuto alle battaglie più assurde e disperate. Era un uomo che aveva lottato con gli artigli per riportare a casa la pelle. Per lui la morte era una compagna così vicina e quotidiana che non si capiva perchè proprio in un tranquillo pomeriggio di Aprile si sarebbe dovuto tirare un colpo nel cranio. Avrebbe potuto lasciarsi ammazzare a qualsiasi ora del giorno.

Eppure succede. Un uomo può stancarsi di tutto, certo.
L’ispettore Jenkins non si stancava mai invece. Era lì, ordinato, con le sue camicie a collo alto, in attesa come un bravo cagnolino

<<Commissario, ha scritto una lettera. Ai suoi genitori. Chiede scusa del gesto, ma dice di non farcela più, di capirlo e di perdonarlo. >>.
<< Beh, almeno si è scusato. Un suicidio educato.>>
<<Si, peccato che Weiss fosse cresciuto in un orfanotrofio, e non abbia mai saputo chi fossero i suoi veri genitori.>>
<<Mh. Jenkins, possibile che questa piccola pistola che Weiss ha in mano gli abbia procurato un foro così grosso sulle tempie?>>
<<Le prime perizie balistiche indicano che il colpo proviene da un’arma di calibro diverso da quella presente sulla scena del crimine, signore>>.

C’era più di qualcosa che non quadrava. Per le mie brutte esperienze nella scorsa guerra, sapevo quanto fosse vitale per un soldato saper nascondere bene i propri segreti. Io stesso, ero sopravvissuto a un campo di prigionia su Marte solo perchè avevo saputo nascondere bene l’orologio. L’avevo barattato per un pò di pane, ed ero sopravvissuto.

Frugai il cadavere con calma: nè io nè Weiss avevamo fretta. All’altezza del terzo bottone della camicia trovai quello che cercavo.
Una tasca segreta. Quasi invisibile.
Con una lettera ripiegata in fretta e furia.


Nuova Bratislava, 16/4/2098

A Sua Eminenza Commodoro Walter Harris
Presso il Comando generale della III divisione Mech


Quando mi è stato proposto di testare in battaglia il nuovissimo mech XJ-S5 nome in codice Anubi,
il mio entusiasmo era letteralmente alle stelle. Avrei potuto sperimentare l’unico prototipo esistente della più rivoluzionaria macchina da guerra mai progettata dall’uomo. Le prove a terra dell’Anubi avevano dato risultati a dir poco eccezionali, con tempi di risposta sull’ordine dei microsecondi.

La missione selezionata per il test era eliminare la scorta di un convoglio di rifornimenti per Plutone. Il nemico disponeva di quattro mech medi di tipo Wraith, di un incrociatore-intercettore pesante di classe San Pietroburgo, l’Oditz , e di due mech leggeri da ricognizione di tipo Twelve-Four. Il convoglio scortato era di cinque cisterne pesanti. L’importanza strategica del convoglio era decisamente trascurabile: il nemico sa bene ormai che Plutone è perso.

Con me, in battaglia, avevo una squadriglia di quattro mech di tipo Phantom, ma altri sei erano in appoggio, con armamento da lunga gittata e missili balistici. giusto nel caso l’Anubi avesse dato problemi durante il battesimo del fuoco.

Iniziamo da 300 km, con il tiro a lunga distanza, e qui l’Anubi si è rivelato di una precisione incredibile. Il cannoneggiamento ha fornito una precisione di tiro pari al 99,97 percentuale, contro appena il 15 per cento di precisione media di un Phantom, che pure da simili distanze è di gran lunga il mech più preciso in dotazione alle nostre forze armate. Da questa distanza è stato possibile abbattere ben due Wraith, oltre che danneggiare pesantemente la poppa dell’Oditz. Allora abbiamo ingaggiato il nemico a breve raggio. I due mech Twelve-Four leggeri, abituati alla pesantezza dei nostri Phantom, credevano di avere una chance in velocità. Rimanendo a metà della manopola dei reattori posteriori, l’Anubi viaggiava comunque al doppio della loro velocità, e abbatterli è stato questione davvero di pochi secondi. I Wraith rimanenti e l’Oditz intanto cercavano di colpirmi con un intenso fuoco di sbarramento, ma l’Anubi era troppo veloce per loro. Anche quando qualche colpo casualmente arrivava alla corazza, non lo sentivo neanche. Incredibile
Ho pilotato Mech militari di tutti i tipi e in ogni circostanza: anche con con la corazza più pesante quando arrivano i colpi di un incrociatore pesante, è davvero un miracolo sopravvivere.

Eravamo in delirio. La squadra di appoggio mi incitava a finire il lavoro. E qui accadde quello che nessuno di noi avrebbe mai potuto prevedere.

Lanciai due razzi contro i wraith rimanenti: i piloti nemici espulsero l’abitacolo. Stavo già prendendo mentalmente nota di chiamare una navetta di recupero per i prigionieri, quando L’Anubi accelerò brutalmente in avanti. I sensori hanno rilevato un’accelerazione di 40 G. Senza la tuta di compensazione sarei morto all’istante. Io non avevo neanche la mano sulla console di comando.. Le braccia del mech si tendono contro gli abitacoli dei wraith e gli schiacciano, come lattine di birra. Un altra, brutale accelerazione, neanche il tempo di realizzare quello che sta succedendo, e l’Anubi è schiacciato contro il ponte di comando della Oditz. Con il gomito spacca i vetri della plancia. Nessuno può immaginare cosa possa fare la differenza di pressione a un corpo umano: il ventre si affloscia e si straccia come una busta vuota. Alcuni marinai hanno trovato rifugio in un ponte d’emergenza della Oditz. Io cerco in tutti i modi di riportare il mech ai miei comandi, ma l’Anubi rompe il ponte d’emergenza e inizia a schiacciare tutti i marinai superstit. I compagni dagli altri Phantom mi chiedono cosa sta succedendo. Ma io non li sento più, ormai sento solo quello.... quello spaventoso latrato.
I monitor mostrano solo una gigantesca, mostruosa testa di cane. E’ spuntata sopra l’abitacolo. La cabina di comando dell’Anubi è cambiata, diventa una specie di fiume nero, con una luce, una luce accecante che mi schiaccia sotto il fiume, mi sembra di annegare.

E annego.

Dopo cinque ore, quando riesco ad aprire gli occhi, la testa di cane non c’è più. Attorno a me è stato tutto distrutto. Le cisterne, i phantom di appoggio, è tutto sparso in rottami. Passo un’altra ora a cercare di mettermi in contatto con qualche superstite. Sono tutti morti.

Ho riportato l’Anubi alla base, e non ho neanche fatto rapporto, sono subito scappato a casa a pensare, a buttare giù questa lettera. Noi non possiamo impiegare l’Anubi, Signore, è troppo pericoloso, è stata una follia aver voluto...

Qui la lettera di Weiss si interrompeva. Probabilmente avevano bussato alla sua porta per entrare in quel preciso momento, Dio sa con quale scusa. Anche Jenkins lesse la lettera

<<Allora, commissario, dove proseguiamo le indagini?>>
<<Non le proseguiamo, Jenkins. Weiss si è suicidato. >>.
<<Ma commissario, gli indizi ci portano altrove...quella lettera...>>
Strappai la lettera più e più volte.
<<Quale lettera?>>
<<Commissario un uomo oggi è stato ucciso!>>
<<Appunto. Un uomo solo. Se indaghiamo oltre, non sarà l’ultimo.. A me mancano due mesi per la pensione, Jenkins. E tu un giorno capirai, e mi ringrazierai, sto salvando anche la tua di pelle.>>.

Lasciai Jenkins a mordersi le labbra, pigiando l’acceleratore a tavoletta. Dannazione, il prefetto aveva visto giusto! Aveva fatto benissimo a mandarmi a controllare la situazione. Era davvero accaduto il peggio. Dovevo raggiungere subito il tempio, la fratellanza di Osiride doveva essere immediatamente informata.

L’antico nemico, il Dio Anubi, era resuscitato.

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