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.dsy:it. ~ fdecollibus's journal ~ Il primo tempio |
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Erano passati sei anni da quando la mia tribù aveva conquistato gli altipiani. Da tempo mia madre era scomparsa: ogni tanto pensavo a lei, soprattutto quando ero solo. La caccia mi aiutava a non pensare: inseguire giaguari, uccidere orsi, scuoiare i cinghiali.
Mio padre era molto orgoglioso di me. “Stai crescendo bene, figlio”. Anche la tribù era felice: si rallegravano per me, pensando che sarei stato un buon capo, come mio padre, mio nonno e i miei avi prima di me.
Ero quasi un uomo, dicevano.
Nel mezzo di una notte d’inverno. mio padre venne a svegliarmi. :” Raccogli le tue cose, partiamo.”.
Vestiti di molti strati di pelliccia, avanzammo per giorni e notti nella neve.
“Padre, dove stiamo andando?”.
“Andiamo a rendere onore agli dei.”.
Dopo una settimana intera di marcia, per boschi e burroni, al tramonto arrivammo ad una radura.
“Qui tu costruirai un tempio per gli dei, figlio, per avere il loro aiuto, sotto questa rupe. Scava per gettare le fondamenta del tuo primo tempio! ”.
Io ero stanco e confuso, ma le parole di mio padre erano chiare. Scavai a lungo, finchè dalla terra non comparve un osso.
“ Padre, qui c’è un morto”.
“Continua a scavare, figlio mio. E’ terra sacra, piena di misteri.”.
Lo scheletro venne fuori. L’amuleto al collo, i lunghi capelli scuri, la veste lunga e stretta. Ricordavo tutto: era il corpo di mia madre.
“ Perchè? Perchè mi hai portato qui, padre?”.
“Perchè tu sappia la verità. Da generazioni il capo del nostro popolo, dieci anni dopo aver ottenuto una discendenza porta qui la sua sposa e la uccide.
Da generazioni i figli del capo crescono senza madre e senza comprensione, con la sola compagnia della caccia e della guerra, e diventano sempre più forti, finchè non arriva il loro momento..
Allora il primogenito viene portato qui dal padre, e la verità viene rivelata. Padre e figlio combattono. Se è il padre ad uccidere il figlio, allora il suo corpo viene lasciato ai lup e il suo nome dimenticatoi, finchè un altro figlio non è pronto per la sfida. E tu sei pronto per uccidermi e prendere il mio posto?"
Con una smorfia disumana mio padre si lanciò contro di me.
Dopo il combattimento, sistemai mia madre di nuovo sotto terra, e lasciai mio padre disteso ai piedi della rupe. Al suo risveglio, avrebbe forse capito che esiste qualcosa di peggio della debolezza, ed è la solitudine.
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Commento di Alf |
15-12-2005 14:52 |
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Carina nel complesso anche se alcune cose non mi quadrano ... :D |
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Commento di defra (non registrato) |
15-12-2005 14:52 |
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e' un racconto bellissimo |
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Commento di Beatrice84 (non registrato) |
15-12-2005 14:52 |
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Volevo dire disturbo...
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Commento di fdecollibus |
15-12-2005 14:52 |
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come chi se ne frega? A me invece frega di tutto quello che tu dici, e me ne frega tanto! |
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Commento di deckard (non registrato) |
15-12-2005 14:52 |
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un omaggio alla madre, una lode alla saggezza del giovane, c'è qualcosa di peggio della solitudine in questo racconto: il non amore |
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Commento di Kansch (non registrato) |
15-12-2005 14:52 |
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Mmmm... sarà, ma c'è proprio qualcosa che non mi torna... |
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Commento di Kansch (non registrato) |
15-12-2005 14:52 |
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...ora forse mi torna...
vedo una dose assoluta di disperazione in questo racconto, alla fine perdono tutti, il padre (comunque perdente in partenza), sconfitto e beffato dal figlio che gli da salva la vita, ma pure il figlio stesso, che nella figura del padre aveva un punto di appoggio e che nel volgere di pochi minuti vede il proprio mondo crollargli addosso... disperato, ma fa riflettere, e può essere letto in modi diversi...non male... |
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Commento di fdecollibus |
15-12-2005 14:52 |
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Precisamente, mio diletto Kansch.... Alla fine di tutto il vero problema sono delle stupide tradizioni :D |
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