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.dsy:it. ~ jdhoring's journal ~ Schwarzenegger e la Pena di Morte |
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Avevo visto di recente su Sky il film biografico sul condannato Stanley Williams giustiziato stanotte a San Quintino.
L'apice della sua carriera criminale è stata la creazione e la guida di una gang tuttora dedita al crimine violento, che raccoglieva membri offrendo l'ovvio vantaggio della protezione del branco da violenze esterne.
E' stato condannato senza ombra di dubbio, con prove materiali e testimoniali per la morte di 4 persone uccise a sangue freddo: ad uno lo ha fatto stendere bocconi, e poi gli ha sparato con un fucile a pompa nella nuca. Poi se ne è vantato con altri, e ha persino giustificato il fatto con la necessità di non avere testimoni; in quell'occasione, la rapina fruttò ben 136 dollari.
Nella successiva rapina, sempre secondo la filosofia "niente testimoni" ha sparato, con il medesimo fucile a pompa, ad una famiglia intera: padre, madre e figlia.
Tra appelli e contrappelli è stato unanimemente giudicato sia colpevole che meritevole della pena di morte da giurie popolari, eterogenee per razza, sesso e tutto il resto, e da un'enorme quantità di giudici che hanno fatto le pulci ai suoi processi in sede di revisioni e rirevisioni.
E' rimasto nelle patrie galere per 24 anni, prima dell'esecuzione.
In questi 24 anni si è distinto per attività letterario-filantropiche tese a non far ripetere ad altri i suoi errori, con notevole successo letterario, ma poco risultato concreto, al punto di ricevere in più casi la nomination per un premio Nobel (sia "pace" che "letteratura").
Ma queste attività non sono cominciate da subito: all'inizio ha cercato di organizzare evasioni (facendo saltare un pullman uccidendo le guardie...): di questo c'è prova scritta, di suo pugno.
Ha cominciato 10 anni fa, a spargere il messaggio di pace, cioè dopo ben 14 anni di condanne molto solide, quando ormai era più che ovvio che non avrebbe avuto scampo.
Il dubbio sulla genuinità della sua redenzione è legittimo.
Stamattina, al giornale radio, ho sentito un titolo (tra l'altro scritto da un giornalista, ed assolutamente sgrammaticato), ed ho pensato: eh ovviamente adesso Schwarzenegger passerà per il boia di turno. Chissà cosa penserà quel poveraccio, che più che il culturista e l'attore non ha mai fatto, con una preparazione universitaria ballerina a dir poco.
Ed infatti, persino le persone più moderate che scrivono su questi blog, gli danno dell'assassino.
Fermo restando che io sono assolutamente contrario alla pena di morte, sia su basi umanitarie che su basi razional-penologiche, devo però spezzare una lancia a favore di Schwarzenegger.
Lui fa il governatore di uno stato.
Quello stato ha delle leggi che sono ampiamente approvate dalla stragrande maggioranza della popolazione; ed è uno stato in cui è possibile il ricorso al referendum, quindi se una legge non va bene la gente la cambia (vedi il caso della marijuana per uso "medico").
Il fatto che lui, in qualità di governatore, abbia il potere di grazia, non significa che lui sia tenuto ad esercitarlo sempre e comunque; ed anzi, tale potere va esercitato su basi razionali, motivando la decisione.
Ho letto la motivazione della sua decisione di non elargire la grazia qui , e l'ho trovata convincente.
Soprattutto nella parte in cui, visti i crimini e la storia del condannato, si domandava con quale legittimità potesse annullare la decisione unanime di una giuria popolare di 12 pesone, ed i risultati di decine di processi di revisione.
Io, al suo posto, avrei solo potuto scrivere che la pena di morte è sbagliata in ogni caso: perchè se fosse stata sbagliata in questo caso (e lo è stata), allora è necessariamente sbagliata sempre, vista la natura dei crimini. Altra posizione è stata quella dell'ex governatore dell'Illinois Ryan, che ha sospeso sine die ogni esecuzione in attesa di verificare l'equità dei processi capitali.
Insomma, ammesso (e non concesso) che la pena di morte sia meritabile, quest'uomo se la meritava. Esclusa l'ipotesi, quest'uomo si meritava comunque la massima pena possibile.
Sulla riabilitazione, visti i tempi e le modalità della cosa, il dubbio, dicevo, è legittimo.
In tutto questo, mi resta solo da compatire gli USA per la persistenza della pena di morte, anche (ma non solo) perchè rende impossibile verificare la genuinità della redenzione dei condannati;
e compatire anche una certa stampa che non ha saputo avere la forza di dare l'informazione corretta e completa, ed ha preferito il facile abuso della fama di Schwarzenegger, tacciandolo di omicidio, per puro interesse di cassa.
Non dimentichiamo che la California è abbastanza parca in fatto di esecuzioni (circa 0,5/anno), diversamente da Texas e Virginia, dove a momenti la danno anche per il divieto di sosta, o anche dalla Cina, dove per il divieto di sosta la danno davvero (se osi alzare la testa...).
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Commento di fdecollibus |
13-12-2005 14:34 |
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una posizione meditata, jd. Il problema è che la giustizia umana è fallibile, mentre la pena di morte è irrevocabile. Dopo che una giuria ha condannato a morte, non c'è più redenzione, pena, nè niente altro, c'è solo un cadavere. |
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Commento di REQUIEM (non registrato) |
13-12-2005 14:34 |
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[I]Non dimentichiamo che la California è abbastanza parca in fatto di esecuzioni (circa 0,5/anno), diversamente da Texas e Virginia, dove a momenti la danno anche per il divieto di sosta, o anche dalla Cina, dove per il divieto di sosta la danno davvero (se osi alzare la testa...).[/I]
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Commento di jdhoring |
13-12-2005 14:34 |
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Sacrosanto. Io sono ancora più pragmatico, e per me la pena deve soddisfare 4 requisiti:
1) prevenzione. Al condannato deve essere impedito di delinquere ancora. E fin qui la pena di morte funziona.
2) Soddisfazione del legittimo sentimento di vendetta delle parti offese. Qui funziona solo in parte. Nonostante sia una pena definitiva, spesso le parti offese non si trovano soddisfatte. Si apre un enorme discorso psicoanalitica che non vale la pena di sviscerare qui.
3) dissuasione. La pena deve dissuadere altri dal delinquere. Poichè persistono le condanne a morte e le esecuzioni, e persistono anche i reati capitali, la pena di morte non è sufficiente a dissuadere. Secondo me basterebbe una pena inferiore, ma certa. Ma anche qui torniamo alla fallibilità umana....
4) Riabilitazione del condannato. E qui la pena di morte non funziona per niente. NB. la riabilitazione va tentata sempre, anche nel caso che a priori appaia inutile, o a posteriori risulti inutile.
Aggiungo che, il fatto che uno Stato civile ammetta l'esistenza di ragioni valide per togliere la vita, legittima in parte chi ritiene che di ragioni almeno parzialmente valide ce ne possano essere anche altre (ad es. derubare, vendicarsi ecc...) |
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Commento di vlaste |
13-12-2005 14:34 |
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Mi trovi completamente d'accordo per quanto riguarda la pena di morte. |
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