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.dsy:it. .dsy:it. ~ fdecollibus's journal ~ La sorte dei re guerrieri di Bam
 
La sorte dei re guerrieri di Bam
09-12-2005 02:26
»
Dopo sei mesi di viaggio attraverso montagne altissime e deserti roventi, potevo finalmente vedere le possenti mura di Bam.
<<Sono un ambasciatore venuto per vedere il Divino Re. E’ davvero importante che io lo veda subito.>>.
Le guardie al cancello non vollero credere alle mie parole, e fui costretto a mostrare il sigillo.
<< Ma quale popolo mai manderebbe dal Divino Re un ambasciatore così malconcio e straccione?>>
<<Un popolo di pastori molto povero, che non possiede altra ricchezza oltre la libertà>> risposi.
Legai il mio asino sfinito, e mi incamminai verso il palazzo. Le guardie avevano orecchini di lapislazzuli ed elmi di lamine d’oro.
<<Non abbiamo voglia di lasciar passare un mendicante come te oggi. Torna domani>>..
<< Ma è davvero importante che io incontri il re oggi stesso!>>
Le guardie mi spintonarono giù nella polvere e mi sputarono contro il viso. Poi tornarono a leccare il miele dai seni delle loro schiave.

Ero affamato ed entrai nella prima taverna che trovai. Mangiai un piatto di lenticchie, ma mi sentivo talmente stanco per il viaggio che non fui neppure capace di finirlo. Offrii il rimanente ai mendicanti davanti il tempio, i quali si inchinavano recitandomi benedizioni.

Il giorno dopo all’alba ero di nuovo davanti al palazzo.
<<E’ davvero vitale che io veda subito il Divino Re>>.
<< Chi sei tu per dire cosa è urgente o non è urgente, miserabile straccione, pastore montanaro! Tornatene dalle tue capre! Vai via>>.
Fui di nuovo gettato nella polvere. Avevo una gran sete: andai in un’altra taverna e presi una coppa di vino. Dopo aver bevuto qualche sorso già non ne potevo più di quella strana bevanda e la feci circolare tra gli avventori del locale. Dei coretti già ringraziavano il generoso forestiero.

Il terzo giorno le guardie non mi parlarono neanche , mi presero direttamente a pugni e calci. Mi lasciarono sanguinante per terra. Dopo qualche tempo una povera donna mi aiutò ad alzarmi. Era una meretrice come ce ne sono migliaia nella popolosa città di Bam, che conta oltre un milione di abitanti . La donna per pochi soldi dormì con me e fasciò le mie ferite.

Il quarto giorno, reggendomi a fatica sul mio bastone, arrivai di nuovo al palazzo. Trovai il capitano delle guardie.
<<Tu sei un poveraccio, un morto di fame. Ma sei comunque un ambasciatore che vuole incontrare il nostro sovrano. Il trattamento che hai ricevuto è stato irrispettoso della tua funzione: per ricompensarti il Divino Re ti riceverà adesso.>>.

Il Divino Re giaceva su un letto di piume di struzzo, circondato da sessantatre ancelle vestite solo di perle. Ogni parte del suo corpo era costantemente accarezzata e massaggiata da dite ricolme di diamanti.

<<Divino Re. Io sono del popolo che confina a nord con il tuo regno. Siamo un popolo di pastori, solitari e poco numerosi, ed estremamente poveri. Conosciamo la potenza dei tuoi eserciti, e sappiamo che ovunque trionfano vittoriosi. Ci è giunta voce che intendi attaccare le nostre tende e sottrarci la nostra arida terra. Io sono qui per pregarti di non farlo, in cambio ti daremo quanto di più prezioso esiste>>.

La risata del re era acuta come quella delle donne che lo circondavano.

<<Miserabile ambasciatore di un miserabile popolo: sei ben informato. Dopo aver conquistato così tante terre, preso dall’appetito persino la vostra miserabile patria mi appare desiderabile. Tuttavia la mia reale intenzione è fare di voi robusti e servizievoli schiavi per la cura dei miei reali armenti. Purtroppo, caro ambasciatore, le tue offerte arrivano tardi. Tre giorni fa ho dato l’ordine: i miei eserciti stanno giusto adesso facendo strage del tuo popolo. Però mi hai davvero incuriosito: quale sarebbe la cosa più preziosa del mondo che degli straccioni come voi pensavano di potermi offrire?>>.

<< La vita, la vostra vita>>.

Il re si alzò furente dallo stuolo di concubine levando una spada dorata.

<<Come osi! Insolente: la tua arroganza sarà punita, ti ucciderò con le mie mani!>>

<<No, non serve, non sporcate del mio sangue le mani del Divino Re. La mia malattia mi ucciderà comunque tra pochi giorni. Ma non sarò il solo a cadere, a migliaia moriranno dentro le mura di Bam per il mio male. E’ una malattia incurabile, noi pastori delle montagne del nord ne soffriamo da sempre, ma la distanza tra le nostre tende allegerisce il contagio e ci permette di sopravvivere. Ma a Bam la situazione è ben diversa.
Se tu avessi accettato di ricevermi il primo giorno, nulla di tutto questo sarebbe mai successo. Se tu avessi accettato di ricevermi il secondo giorno, il contagio avrebbe potuto essere impedito, il terzo giorno avrebbe potuto essere circoscritto.. ma ormai la tua arroganza ha condannato per sempre il tuo popolo>>.

Da quel giorno incominciò il declino inesorabile del Divino Regno di Bam.

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Commento di fdecollibus
09-12-2005 02:26
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Primo commento di spiegazione. Genere : fantasy col pensiero a Borges. Questo è un racconto Irene oppure no?

Commento di Irene (non registrato)
09-12-2005 02:26
»
Mi bagno tutta a leggere i tuoi racconti fra :love:

Commento di Jorda
09-12-2005 02:26
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[img]http://paperfrog.com/images/bam_prequake.jpg[/img] Ed ora raccontami le sorti anche di questo impero: [img]http://www.veloasia.com/images/angkor/angkor_reflect.jpg[/img]

Commento di fdecollibus
09-12-2005 02:26
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Ehm.... sono templi cambogiani???? (Che gnurante che sono)

Commento di Jorda
09-12-2005 02:26
»
Ahi, mi caschi sull'uccello, DeCollibus!! :asd: Angkor Bath, Cambogia: la più grande città che il mondo abbia conosciuto nell'epoca in cui fu fiorente. Gli archeologi sostengono che ospitasse tra i 4 e i 6 milioni di abitanti che per l'epoca erano impensabili. Fu ricca e florida, poi improvvisamente scomparve. Non si sa perché. Adesso è quasi interamente ricoperta dalla giungla, salvo l'area dei templi che è quella ancora visibile e visitabile. Si ipotizza che furono cause ambientali - scarsità delle risorse - a decretarne la fine... :)

Commento di fdecollibus
09-12-2005 02:26
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dai ci avevo quasi preso ;) mi ricordavano quelli di Apocalisssss Nau

Commento di fdecollibus
09-12-2005 02:26
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N.B. Non so chi sia l'imbecille che ha firmato il secondo commento con il nome di una mia cara amica, ma non credo meriti una risposta.

Commento di Kansch (non registrato)
09-12-2005 02:26
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FIIICO,questo ci sta ddentro, quando si parte per l'Iran per metterlo in scena?

Commento di fdecollibus
09-12-2005 02:26
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GRANDE kansch! Che bello che sei passato! Nevica lassù?

Commento di Irene (non registrato)
09-12-2005 02:26
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Mmh, più Lord Dunsany che Borges, ma ci siamo, sì, è un racconto. :))

Commento di deckard (non registrato)
09-12-2005 02:26
»
il racconto mi sembra strutturato su una simbologia numerica non certamente casuale: metafora del tempo e anche dell'infinito, o del finito volendo (spiegami però perchè le ancelle sono 63!). i riferimenti non sono soltanto riconducilbli a borges ma mi sembra ci sia anche kafka e altri. bella l'idea dell'impossibilità di soddisfare i bisogni dell'uomo...forse perchè in realtà non sono così primari come crediamo. ma questo lo si comprende quando stiamo per perdere tutto ciò che riteniamo vitale. illuminami: bam è la città iraniana distrutta dal terremoto?

Commento di fdecollibus
09-12-2005 02:26
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@deckard: esatto, Bam è proprio la città iraniana distrutta dal terremoto. La città aveva ospitato anche le riprese del film del "Deserto dei tartari", in un'atmosfera orientale e sognante. 63=7 per 9. Il nove è un numero meraviglioso, 7 è un numero malato. Insieme rendono fasto e decadenza. Almeno credo. @Irene: mmmmh. Ho appena trovato il sito della casata Dunsany. Dovrò informarmi meglio ;)

Commento di Beatrice84 (non registrato)
09-12-2005 02:26
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Ehi, il 7 non è un numero malato!!! E' il MIO numero!!!

Commento di Kansch (non registrato)
09-12-2005 02:26
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Non nevica ma fa un freddo cane!! Sono daccordo col filone dunsaniano, a me infatti ha ricordato alcuni racconti fantastici di Lovecraft.. grande Fra!!

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