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Napolux |
-29 Kg da Settembre 2005
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[Occhio] Sudan Rosso-1
Insomma, quel colorante cancerogeno...
Prendetela con cautela ma mi è arrivata questa e-mail.
La lista dei ritiri italiani del peperoncino cancerogeno SUDAN ROSSO 1 :
KRAFT
Mato Mato piccante
STAR
Granpesto alla siciliana Tigullio
Granpesto mediterraneo Tigullio
Gransugo alla diavola
Insaporitore aglio e peperoncino
Spaghetti con broccoletti
Spaghetti alla mediterranea
CIRIO
I sughi rustici all'arrabbiata
DEL MONTE
Hot Ketchup
BARILLA
Sugo all'arrabbiata (lotti: 044423, 044433, 044443, 044913,044923,044933,
044943, 044503)
Pesto alla calabrese (lotti: 054513, 054523, 054663, 054673,055003,055013)
MAMA SITA'S
Sweet chili
CONAD
Vongole al pomodoro (lotto Lt 298A4)
Sugo al peperoncino (lotti: LP015, LP016, LP157)
Taralli al peperoncino (tutti i lotti con scadenza antecedente l'1/02/04)
ARENA
Zuppa di pesce Mare Pronto ( 18 lotti con scadenza fino a ottobre 04)
Sugo alla marinara Mare Pronto (6 lotti con scadenza fino al dicembre 04)
INOLTRATE A TUTTI, E' IMPORTANTE!
In Italia sta circolando un tipo di peperoncino rosso che contiene un
colorante cancerogeno vietato dall'Unione Europea. Lo ha scoperto l'Arpa
(Agenzia regionale protezione ambientale) di La Loggia, in provincia di
Torino,
che ha trasmesso un rapporto alla Procura del capoluogo piemontese.
Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ha informato la Regione e il
Ministero della Salute perché vengano presi i provvedimenti del caso.
Sotto accusa è il colorante "Sudan rosso 1", molto impiegato in India,
che la Commissione Europea ha vietato il 20 giugno del 2003 perché
"considerato una sostanza cancerogena genotossica", vale a dire dannoso
anche per la riproduzione.
Al momento sono ben dieci le aziende italiane produttrici di alimentari
contenenti peperoncino indiano indagate dalla Procura di Torino.
L'ipotesi di reato contestata dal pm Raffaele Guariniello, titolare
dell'inchiesta, è di somministrazione di sostanze alimentari pericolose
per la salute pubblica.
Su incarico del magistrato torinese, i Nas stanno eseguendo controlli in
tutta Italia alla ricerca di prodotti contenenti questa spezia che,
secondo quanto stabilito a un decreto dell'Unione europea, una volta
individuati
devono essere sequestrati e distrutti.
Il problema riguarderebbe in particolar modo il nostro Paese visto che gli
alimenti incriminati trovati anche in altri stati d'Europa proverrebbero
proprio dall'Italia.
Secondo la Procura il problema è più vasto di quanto si possa pensare:
infatti oltre che nel peperoncino in polvere, il Sudan 1 si può trovare
anche in sughi pronti, salumi e paste. Inoltre, a confermare la gravità
dell'accaduto, sembra che numerose aziende italiane stiano provvedendo
alla
chetichella' al ritiro volontario di centinaia di prodotti, nelle ultime
settimane, dagli scaffali di numerosi supermercati italiani.
In effetti solo la catena di supermercati Conad ha avvisato i propri
clienti dei ritiri in atto, pubblicizzando nomi e marchi addirittura sul
proprio sito internet. Chi dorme invece tranquillo e non si preoccupa
minimamente di
avvertire i consumatori italiani di quanto sta accedendo, è il nostro
ministero della Salute che tace in tutta tranquillità.
L'allarme sul colorante cancerogeno presente nei peperoncini provenienti
dall' India è partito dalla Francia, ed è stato preso in seria
considerazione dalle autorità europee.
La Commissione è arrivata a vietare l'importazione di peperoncino rosso e
dei prodotti derivati "a meno che le partite non siano accompagnate da un
certificato comprovante che il prodotto non contiene il colorante
Sudan rosso 1".
Le partite con il colorante "devono essere distrutte".
"Il colorante Sudan rosso 1 - si legge nel testo della "decisione della
Commissione" - può essere considerato una sostanza cancerogena
genotossica.
Pertanto è impossibile stabilire una dose giornaliera tollerabile".
Il colorante "può anche provocare reazioni di sensibilizzazione per via
cutanea o per inalazione.
L'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha inoltre
classificato il colorante nella categoria 3 delle sostanze cancerogene".
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