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yoruno |
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[MANGA][RECE] Kodomo no Omocha
Kodomo no Omocha
:recensione a cura di una "collaboratrice" del mio sito:
Autore: Miho Obana
Titolo Originale: Kodomo no Omocha (Kodocha)
Inizio della pubblicazione originale: 1995
Disegno: 7.5
Storia: 8.5
Voto complessivo: 8
Chiamatelo Kodomo no Omocha, Kodocha, Il Giocattolo dei Bambini o, se proprio volete, Rossana… ma un simile shojo non capita spesso di leggerlo!
Dopo il successo della serie animata (ovviamente sottoposta al trattamento standard a cui sono soggetti tutti gli anime che arrivino a Media$et =cambio di nomi, dialoghi diversi, trama deviata), andata in onda su Italia 1 per un certo periodo, il manga di Kodocha è stato pubblicato successivamente in Italia dalla Dynamic (ah, che sofferenza!) a partire dal febbraio 2002, e si è concluso recentemente (novembre 2003) con il decimo volume. Mi spiace moltissimo che abbia sofferto della pubblicazione italiana aperiodica, dell’impaginazione infernale e dei copiosi errori di stampa presenti in ogni singolo volume, perché non lo meritava affatto.
A dire la verità ero partita un po’ prevenuta con questo manga, avevo visto qualche puntata della serie animata e non ne ero rimasta molto entusiasta. Il manga invece è tutt’altra musica.
Lo stile di Miho Obana è grazioso, da shojo, non c’è nulla su cui obiettare. E’ leggero, pulito e un elemento caratterizzante è la presenza degli occhioni grandi dai mille riflessi, tipici del genere. L’unica piccola critica che mi viene da fare, però, è quello di una certa somiglianza al tratto della Yoshizumi (l’autrice di Marmelade Boy o Cuore di Menta). Forse fra qualche anno la Obana padroneggerà un tratto ancora meglio perfezionato, con proporzioni e linee un po’ più armoniose rispetto a quelle di Kodocha.
Non è facile un riassunto della trama se devo essere onesta. E’ piuttosto poliedrica e quindi risulta complicato incentrare la trama su un solo punto focale.
Sana Kurata è una bambina di 11 anni che frequenta la sesta elementare. Allegra, piena di vita, dice di vivere ogni singolo giorno con estrema gioia e questo suo modo d’essere influenza parecchio chi le sta intorno. Inoltre Sana-chan è molto speciale: quelli come lei, in Giappone, vengono chiamati idol, piccole star che appaiono sovente in pubblicità, sceneggiati, programmi televisivi e perfino nei film. A occuparsi di lei ci sono sua madre, Misako, scrittrice di successo, e il suo manager (nonché inizialmente “amantenuto”, Rei Sagami, ex-senzatetto che Sana-chan in tenera età raccoglie dalla strada. Il problema che affligge la bambina all’inizio della serie è la situazione di caos impossibile che regna sovrano nella sua classe a scuola, causato in particolare da un suo compagno, Akito Hayama. Hayama è davvero tremendo: lupo solitario, scontroso, dispettoso, dagli occhi gelidi e cupi, si comporta alla pari di uno yakuza o di un teppista incallito. Sana-chan è l’unica che lui vuole tenere alla larga perché capisce che potrebbe procurargli dei problemi, e in effetti è quello che la ragazza farà. Tuttavia, aiutati anche da Tsuyoshi, amico sia di Sana che di Akito, i due riescono successivamente ad avere un buon rapporto, che viaggia su un delicatissimo equilibrio e nel quale si sostengono a vicenda nelle grosse difficoltà che vengono a incontrare. Man mano che si prosegue la situazione evolverà sempre di più fino ai cupi ultimi due volumi in cui Sana perde ciò che più la contraddistingue: il sorriso.
Innanzitutto, alcuni siti traducono “Kodomo no Omocha” come “Giochi di Bambini”. Un titolo sicuramente più di impatto e meno puerile rispetto alla traduzione della Dynamic, lo appoggio.
Dunque, “Giochi di Bambini” si dimostra davvero un’opera matura e non destinata, come si pensa, al pubblico infantile. Solo perché i protagonisti hanno dagli 11 ai 14 anni, non significa che la storia oscilli fra tematiche leggere, tutt’altro. Forse all’inizio è un po’ così, ma subito dal primo volume ci si accorge che quelli di cui si legge la storia non sono bambini normali. L’introspezione e l’approfondimento psicologico presente in questo manga è qualcosa di sconcertante per un esponente del genere shojo. Ogni tanto i toni diventano più che seri, ma vengono subito stemperati dalle caratteristiche comico-demenziali che la brava Obana impartisce con sapienza alle sue pagine.
Il rapporto tra i due protagonisti trovo che sia strutturato dall’autrice in modo fantastico e, nonostante i due si facciano continuamente dei dispetti, siamo ben lontani dall’immatura relazione alla Ranma ½,, tipica anche di altri manga.
Akito e Sana sono due poli opposti che si attraggono, perché hanno una base comune: la sofferenza. Sono due persone complementari e non riuscirebbero a vivere l’uno senza l’altra.
E’ per questo che trovo che il titolo “Giochi di Bambini” sia molto più forte rispetto a “Il Giocattolo dei Bambini”. Quello che verrebbe definito da un adulto un “amore infantile” o “da bambini” è in realtà una grande dimostrazione di forza da parte di entrambi i personaggi e una notevole prova di fiducia reciproca. Un “gioco da bambini” a volte drammatico, a volte divertente… ma in fondo… è quello che è semplicemente l’amore. O no?
Le immagini utilizzate sono Copyright© dei legittimi proprietari, utilizzate su questo sito solamente a scopo di recensione.
La presente recensione è rintracciabile anche su web nel mio sito, da cui è stata riportata.
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"Voi che tingete i mari del colore dello zinco, che tramutate i boschi in gialli deserti, i venti in fumi di polveri da sparo e che bruciate i cieli. Voi che volete ripetere i malvagi atti della sconsiderata Lilith, che fu la prima moglie di Adamo e poi la sposa del Diavolo. Voi che volete ripetere la ribellione scatenata da Lucifero, del mondo celeste il più splendente. Voi! Ascoltate l'afflizione della sottospecie alata che vola alta nel cielo." [Angel Sanctuary]
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Last edited by yoruno on 26-11-2004 at 14:07
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