fabpicca's
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Addio Alvaro.
Sei stato una brava persona.
Ti ringrazio per quello che hai fatto per me.
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Da "La Stampa" di Mercoledì 21 Dicembre 2005, Pag.16:
"Decapita la moglie e uccide il figlio
Poi muore di infarto nella sua auto"
Quando vedo certi titoli mi chiedo se siano reali o ci sia un qualche sadico demiurgo della cronaca, che assomma situazioni e distilla titoli esteticamente perfetti e trucidamente cruenti.
A volte però manca di costanza perchè:
Dico, ok, hai decapitato tua moglie, in effetti i matrimoni sono in crisi, metodo un po' brusco ma efficace e poi, ok hai ucciso tuo figlio, i giovani d'oggi sono difficili da gestire, roba firmata, pantaloni con discutibili scritte sul culo, felpe che inneggiano alla propria "puta madre" con orgoglio, anche qui non sei il massimo della diplomazia ma se non altro hai risolto anche questo problema.
Però l'infarto no. Eccheccazzo.
Non è possibile, fai tutto sto marasma e muori da vecchio? Come minimo ti dovevi far saltare in un furgone carico di dinamite all'interno di un deposito di fuochi d'artificio del napoletano vicino ad una raffineria a sua volta vicina ad un centro abitato noto per le difficoltà respiratorie dei suoi abitanti.
E' vero, il demiurgo fa le pentole, ma non i coperchi.
E se anche li facesse sarebbero sbagliati.
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Mi capita di lavorare per una banca abbastanza nota. Merrill Lynch per l'appunto. Una banca multinazionale. Non lo sto dicendo per menarmela, ma per introdurre la storiella che mi ha fatto ridere stamattina.
La nostra assistente doveva fare una spedizione con DHL.
Organizza il tutto, chiama il Call Center DHL e prenota la presa.
Alla fine l'operatrice del call center DHL le fa: "per l'ora che ha indicato troviamo la signora Merrill o ci sarà qualcun'altro?".
La segretaria, trattenendo a fatica una risata, ma soprattutto la voglia di risponderle "no, troverà il signor Lynch", ha corretto il tiro spiegandole che siamo una banca. Comico.
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C'è Shriek che mi aspetta sul comodino.
Prima il dovere. Devo finire la traduzione. Alla fine mancano solo poche righe. Gli occhi non hanno più voglia. Beato colui che si beccherà sto capitolo.
Capirà che non avevo più voglia.
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Venerdì sera sul Torino/Cuneo delle 21.12 ho fatto un viaggio nel tempo. E' strano dover ringraziare trenitalia di qualcosa. Invece questa volta ringrazio la società del tempo perso di avermi regalato un'epifania pura. Il naso appiccicato al vetro, gli occhi a vedre oltre il loro riflesso e oltre lo spesso vetro incorniciato "SESSA PASQUALE" (ve ne siete mai accorti?), a vederere la neve che cadeva nella campagna e il treno che avvolto nel silenzio ne sfidava l'incombenza. Quando cade la neve mi trovo catapultato nell'85, la grande nevicata a Milano, pantaloni da neve e giù in cortile nella più innocente delle guerre. Con la più volatile delle armi. La neve.
Anche adesso si combatte con qualcosa di bianco.
Ma è tutta un'altra cosa. |
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Questo è un dato di fatto.
A volte è dato un infarto. Grazie a quello che ti si chiede di fare, a come viene chiesto e a quali condizioni.
E per di più i tuoi sforzi non vengono apprezzati, spesso vilipesi, sempre sottostimati. La logica della produzione come al solito non guarda in faccia a nessuno. Tantomeno a quelli che sono tra gli ultimi anelli della catena alimentare. No, non mi riferisco al terzo mondo. Troppo facile. Parliamo del secondo mondo (a che livello della graduatoria mundi stiamo?) quello in cui mi sveglio tutte le mattine alle 7. fanculo. |
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