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buster81 |
.simpatizzante.
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Uhhh, com'è lungo il testo..., beh, io lo allego, poi vedete voi se leggerlo o meno.
Andate alle ultime righe!!
LA RIFORMA DEL SERVIZIO MILITARE
Il cammino verso la riforma del servizio militare, che ha comportato, fra gli altri, anche l’esito della cessazione della coscrizione obbligatoria, inizia l’otto ottobre del 1999, con la presentazione alla Camera dei Deputati del Disegno di legge n. 6433 intitolato “Delega al Governo per la riforma del servizio militare”.
Nella relazione di accompagnamento si evince il principio ispiratore della legge delega: un generale ammodernamento dello strumento di difesa, necessario vista la mutata situazione internazionale, anche attraverso la creazione di un esercito formato esclusivamente da volontari.
La svolta è, lo si può affermare senza esagerazione, storica: per la prima volta in Italia si discute con serietà d’intenti, e con ragionevoli possibilità di successo, la cessazione dell’obbligo del servizio militare di leva. Nella relazione si può leggere: “(…) la necessità di trasformare lo strumento militare dalla sua configurazione statica ad una più dinamica di proiezione esterna (…) Il modello interamente volontario è quello che meglio risponde a questa nuova connotazione e funzione dello strumento militare (…) Non si tratta, peraltro, di abolire la coscrizione obbligatoria, ma solo di prevederla in casi eccezionali, quali quelli di guerra o di crisi di particolare rilevanza, che richiedano interventi organici. Tra l’altro non è possibile sottacere che il rilevante calo demografico in atto in Italia unito all’incremento del fenomeno dell’obiezione di coscienza rende sempre più difficile raggiungere contingenti di leva idonei a soddisfare le esigenze qualitative e quantitative delle forze armate (…) In tale prospettiva occorrerà ridurre progressivamente l’entità della truppa di leva, fino a sospenderne il reclutamento, sostituendola con personale volontario in servizio permanente e in ferma di uno o cinque anni (…)”
Il 4 febbraio 2000 il Consiglio dei Ministri approva alcuni emendamenti al testo di legge in discussione presso la Commissione Difesa della Camera dei Deputati. Tali emendamenti affidano a provvedimenti delegati la regolazione dell’intero periodo transitorio di 7 anni e della situazione a regime, confermano in 190.000 unità l’organico complessivo delle Forze Armate e aboliscono il servizio militare di leva a partire dai nati il 1° gennaio 1986. Il 14 giugno 2000 il Disegno di legge è approvato dalla Camera dei Deputati (396 a favore, 12 contrari, 21 astenuti), il 15 giugno viene trasmesso al Senato dove è assegnato alla 4° Commissione Difesa la quale, il 12 ottobre, lo approva. Il 19 ottobre avviene la discussione in Senato, durante la quale il Ministro della Difesa, On. Sergio Mattarella, dice, fra l’altro: “(…) Il provvedimento in esame prevede, com’è noto, che la componente di leva vada complessivamente diminuendo e che l’ultima classe chiamata alla leva, ovviamente in maniera sempre più ridotta, sia quella del 1985. (…) E’ un periodo di tempo che registra il punto di equilibrio adeguato tra l’esigenza di non procedere repentinamente a questo mutamento e quella di non prolungarlo troppo nel tempo, vanificando o anche rendendo impossibile il mantenimento della leva per un tempo transitorio senza azzerarla e mettendo così in difficoltà il nostro strumento militare (…) Naturalmente, vi è l’esigenza di incoraggiare i giovani a far parte e a impegnarsi; per questo nel testo vi sono strumenti di incentivazione che rispettano le esigenze altrui e i principi di uguaglianza della Costituzione, ma prevedono incentivi e sbocchi occupazionali, com’è doveroso prevedere (…)”.
Il 24 ottobre 2000 viene approvata a larghissima maggioranza la Legge 14 novembre 2000, n. 331 “Norme per l’istituzione del servizio militare professionale”, pubblicata sulla G.U. n. 269 del 17 novembre 2000. A causa dell’ “eccessivo entusiasmo” di qualche giornalista, alcuni organi di stampa diffondono notizie del tutto prive di fondamento circa fantomatici casi di esenzione dal servizio militare di leva, tanto da costringere il Ministro della Difesa, all’indomani dell’approvazione della legge, ad emettere un comunicato stampa in cui “conferma che i casi di esenzione dal servizio militare obbligatorio di leva (es. giovani imprenditori o comunque in possesso di un rapporto di lavoro, laureati con almeno 100/110, giovani di famiglie in cui due figli siano già stati sotto le armi, giovani che abbiano prestato servizio per almeno due anni nella Polizia municipale, ecc.) non sono contenuti e quindi non sono stabiliti dalle norme della nuova legge. L’indicazione di casi di esenzione da qui alla piena vigenza del servizio militare professionale è contenuta in alcuni ordini del giorno presentati da diversi parlamentari durante la discussione del provvedimento, in Commissione Difesa ed in Assemblea, al Senato, e di cui il Governo si è impegnato a rendere conto nella predisposizione del decreto delegato di attuazione, previsto dalla legge”
Il Consiglio dei Ministri, il 20 febbraio 2001, adotta in via preliminare lo schema del decreto legislativo in attuazione dell’articolo 3, comma 1, della legge 331/2000. Dopo il passaggio alle Commissioni parlamentari competenti per materia il decreto viene approvato, in via definitiva, il 4 aprile 2001 e pubblicato sulla G.U. dell’11 giugno 2001 come Decreto Legislativo 8 maggio 2001, n. 215 “Disposizioni per disciplinare la trasformazione dello strumento militare in professionale, a norma dell’articolo 3, comma 1, della legge 14 novembre 2000, n. 331”. Il provvedimento è composto da 31 articoli divisi in sei Titoli. Fra i principali obiettivi:
• disciplinare la graduale sostituzione del servizio obbligatorio di leva con quello volontario;
• ripartire le risorse umane nelle categorie costitutive del personale militare;
• disciplinare le modalità di reclutamento del personale volontario;
• dettare la normativa relativa alla sospensione della leva e all’adeguamento della disciplina del servizio militare obbligatorio nei sette anni di transizione;
• configurare la categoria degli ufficiali ausiliari;
• emanare norme correttive alla disciplina vigente in materia di ufficiali.
Il Titolo III (artt. 7 – 11) detta la disciplina volta alla sospensione del servizio di leva, a decorrere dal 1° gennaio 2007, e al contestuale adeguamento della normativa vigente in materia di modalità per la chiamata alle armi, ritardi per motivi di studio e dispense, per il periodo transitorio (fino al 31 dicembre 2006).
Che tipo di ripercussione avrà la riforma per i ragazzi che ancora devono svolgere il servizio militare? Si può delineare sommariamente il seguente quadro:
• i ragazzi appartenenti alla classe 1985 e precedenti che si renderanno disponibili prima del 31/12/2006 (ovverosia che entro questo termine temporale cesseranno gli studi e pertanto non rinnoveranno il ritardo) saranno sottoposti a chiamata, fermo restando la possibilità di chiedere la dispensa per i motivi previsti dalla normativa vigente;
• chi, per motivi di studio, rinnoverà il rinvio fino all’anno 2007, non verrà chiamato in quanto la sua disponibilità verrebbe a ricadere oltre il termine fissato per la conclusione della fase transitoria
• i nati dalla classe 1986 non sono più sottoposti a leva obbligatoria.
Attualmente è in fase di predisposizione presso il Ministero un Decreto di prossima emanazione che regolamenterà nel dettaglio la materia, ivi comprese le competenze attribuibili agli uffici leva dei Comuni.
Nel marzo del 2003 il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Ministro della Difesa, Antonio Martino, il disegno di legge che anticipa al 1 gennaio 2005 la sospensione della ferma di leva, prevista per il 1 gennaio 2007.
Nello schema tratteggiato sopra si dovrà quindi sostituire alla data del 1 gennaio 2007 quella del 1 gennaio 2005 e a quella del 31 dicembre 2006 quella del 31 dicembre 2004. Si tratta quindi di un anticipo di due anni.
L’iniziativa è stata una delle prime avviate dal Ministro Martino, che ne ha poi sostenuto lo sviluppo fino all’approvazione del disegno di legge da parte del Governo, nella convinzione che il Paese debba poter disporre di Forze Armate in grado di corrispondere compiutamente alle nuove esigenze di sicurezza nazionale e garantire una presenza qualificata e significativa nelle sempre più numerose iniziative internazionali di pace. Per queste ultime sono attualmente impegnati più di 9.000 militari.
Il disegno di legge, che sarà ora sottoposto all’esame del Parlamento, introduce un incentivo essenziale per aumentare la disponibilità di personale, sinora non sufficiente stante l’incertezza degli sbocchi occupazionali, per soddisfare le esigenze di Forze Armate composte da professionisti.
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pkv
